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Criticare o imitare la Germania, questo è il problema

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La Germania seguita a gestire le sue politiche economiche senza chiedere aiuti a nessuno, utilizzando strumenti perfettamente compatibili con la propria Costituzione ed i Trattati Europei.

A questo punto abbiamo solo due possibilità, possiamo criticare la Germania per un comportamento anti-europeista, oppure imitarla nella ricerca di soluzioni autonome nazionali che potrebbero rendere più stabile ed omogenea l’Unione Europea.

Proviamo ad analizzare come gestiscono i tedeschi le loro politiche economiche:

1) il loro debito pubblico, sicuramente inferiore al nostro, non viene calcolato allo stesso modo, perché ad esempio non viene considerato il debito dei Lander e della loro banca pubblica più importante, la KFW, mentre noi sommiamo sia il debito delle Regioni che quello della CdP;

2) il 29 settembre 2022 ha annunciato uno “scudo di difesa economica contro le conseguenze della guerra di aggressione della Russia” da 200 miliardi di euro, in barba a tutti i vincoli di Maastricht;

3) ha più del 50% di banche pubbliche con le quali nel 2020 ha garantito la creazione di 820 miliardi di euro per le sue imprese;

4) ha deciso di nazionalizzare Uper, il loro maggiore fornitore di energia, per evitarne il fallimento, perché avrebbe comporterebbe non solo tanti licenziamenti, ma il rischio per il paese di rimanere senza il maggiore fornitore di energia;

5) da anni emette milioni di pezzi di monete da collezioni superiori a 2 euro, da 5 e 10 euro, che hanno validità sul loro territorio e di cui percepiscono tutto il signoraggio.

Perché non lo facciamo anche noi? 

Invece di criticare, come stanno facendo in molti, le politiche autonome che la Germania sta facendo per agevolare e sostenere la propria economia, potremmo in realtà decidere di adottare soluzioni e strumenti che permettano anche a noi di fare politiche economiche autonome a favore della nostra economia reale.

Abbiamo davanti una crisi economica e sociale drammatica: aumento rendimenti titoli di stato, crollo mercati finanziari, aumento costi energia, riduzione domanda interna, fallimento piccole e medie imprese, conseguente crisi bancaria, recessione economica, riduzione entrate fiscali, aumento debito pubblico e costo interessi, ecc…

Serve un piano finanziario urgente a sostegno dell’economia reale.

Non c’è più il tempo di contrattare con l’Europa un’ulteriore forma di debito comune come il PNRR, di cui dopo due anni è arrivato poco o niente, anche perché non c’è la volontà politica negli altri Stati.

Se vogliamo risolvere il problema, l’Italia deve utilizzare nuovi strumenti per reperire le risorse finanziarie necessarie, senza aumentare il debito pubblico e senza chiedere soldi in prestito ai mercati finanziari o all’Unione Europea.

In questo precedente articolo, che ho scritto con Paolo Becchi e pubblicato sul sito di Nicola Porro, trovate la descrizione di un Piano di Rinascita Economica da 1000 miliardi di euro in due anni, che potrebbe risolvere tutti i nostri problemi una volta per tutte, senza aumentare il debito verso l’estero o l’Unione Europea.

https://www.nicolaporro.it/credito-dimposta-come-aiutare-gli-italiani-senza-aumentare-il-debito/

Proviamo ad analizzare come potrebbero essere declinate le soluzioni adottate dalla Germania, utilizzando le soluzioni che abbiamo proposto nel Piano di Rinascita Economica, cioè il credito d’imposta, la banca pubblica e i conti di risparmio:

1) senza modificare le voci del calcolo del nostro debito pubblico, sappiamo comunque che un debito diventa rischioso quando è detenuto da soggetti stranieri che pongono condizioni alle nostre politiche, siano essi i mercati finanziari o l’Unione Europea. Quindi meglio utilizzare strumenti come i conti di risparmio perché così il debito pubblico torna in mano ai risparmiatori italiani, non ci sono più ricatti e gli interessi sono reinvestiti nella nostra economia.

2) se vogliamo fare politiche espansive senza aumentare il debito pubblico, abbiamo la possibilità di utilizzare i crediti d’imposta che non determinano un aumento del debito pubblico, ma solo un mancato gettito futuro, ampiamente compensato dall’incremento di gettito nei primi anni.

3) possiamo utilizzare il Medio Credito Centrale, ampliato acquisendo anche Monte dei Paschi di Siena come è stata acquisita Banca Popolare di Bari, in modo da finanziare le nostre imprese con almeno 300 miliardi di euro di nuovi prestiti per compensare il calo del credito bancario degli ultimi anni.

4) possiamo anche noi nazionalizzare Eni ed Enel e tornare a gestire un bene prezioso e primario come l’energia nell’interesse esclusivo dello Stato e di tutti noi cittadini ed imprese.

5) possiamo anche noi emettere ogni anno diverse monete da collezione da 5 e 10 euro in milioni di pezzi, che hanno validità a corso legale solo sul nostro territorio, in modo che il signoraggio ricavato possa essere utilizzato proprio per valorizzare il nostro patrimonio pubblico monumentale ed artistico.

Abbiamo la possibilità di imitare la Germania nell’utilizzo di nuovi strumenti per finanziare le nostre politiche economiche espansive, senza aumentare il debito pubblico verso i mercati finanziari o l’Unione Europea e senza violare i Trattati.

Perché non farlo ?

Fabio Conditi

Presidente dell’associazione Moneta Positiva https://monetapositiva.it/

Petizione sul Piano di Rinascita Economica da 1000 miliardi :

https://www.change.org/p/piano-di-rinascita-economica-da-1000-miliardi

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Presidente dell'Associazione Moneta Positiva per la riforma il sistema monetario e la realizzazione di una moneta di proprietà dei cittadini e libera dal debito. Ingegnere edile, specializzato in progettazione architettonica e strutturale, da anni studia il sistema economico e monetario attuale, analizzando le cause della crisi economica e le soluzioni concrete e realizzabili per uscirne. Relatore in più di 150 incontri pubblici in tutta Italia, anche nelle istituzioni (2 alla Camera e 2 al Senato), ai quali hanno partecipato più di 10.000 persone. Ha realizzato anche corsi, spettacoli teatrali, interviste e trasmissioni alla radio e in TV, oltre che articoli e libri sui temi economici e monetari. Maggiori informazioni nel sito Moneta Positiva: https://monetapositiva.it/